L’arte della Guerra_ Cap.1

Il mercato in cui competono le marche di tutti i settori merceologici è spesso rappresentato, descritto o analizzato attraverso la metafora della guerra.

Le teorie esposte nell’ Arte della guerra, oltre ad essere considerate ancora attuali da molti moderni strateghi militari, hanno trovato applicazioni in tutti i campi, soprattutto in quello delle strategie manageriali, che attingono ad esse per modelli di comportamento da adottare nelle situazioni competitive.

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Sun Tzu (in cinese: 孫子; pinyin: Sūnzǐ; Wade-Giles: Sun Tzu) (544 a.C. – 496 a.C.) è stato un generale e scrittore cinese, vissuto probabilmente fra il VI e il V secolo a.C. A lui si attribuisce uno dei più importanti trattati di strategia militare che nell’antichità siano mai stati scritti, L’arte della guerra (Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法).

L’aneddoto, riportato dallo storico Sima Qian, riguarda la dimostrazione della capacità di saper condurre le truppe, richiesta dal re Helu di Wu a Sunzi, prima di prenderlo al suo servizio come consigliere militare.

Il re chiese a Sunzi se le sue capacità strategiche potessero applicarsi anche alle donne, e questi accettò di dargliene dimostrazione usando le concubine del re. Sunzi divise quindi le donne in due gruppi e pose a capo di ciascun gruppo le due favorite del re. Poi spiegò ai due gruppi le regole da seguire: agli ordini di Sunzi, le donne avrebbero dovuto girarsi tutte nella direzione indicata. Al rullo dei tamburi ordinò quindi alla donne di voltarsi a destra, ma queste cominciarono a ridere e non obbedirono.

Sunzi disse allora: “Se le regole non sono chiare e gli ordini non vengono compresi, la colpa è del generale.” Spiegò quindi ancora una volta le regole, quindi, al rullo dei tamburi, ordinò alle donne di voltarsi a sinistra. Ancora una volta le donne scoppiarono a ridere e non obbedirono.

Sunzi disse allora: “Se le regole non sono chiare e gli ordini non vengono compresi, la colpa è del generale; se, invece, le regole sono chiare, e tuttavia gli ordini non vengono eseguiti, allora la colpa è degli ufficiali”. Diede quindi l’ordine di decapitare le due favorite. Il re, che aveva seguito le manovre dall’alto del suo padiglione, gli ordinò di fermare l’esecuzione dicendosi convinto dell’abilità di Sunzi nel condurre le truppe, ma questi rispose che, nelle sue vesti di generale, vi erano ordini del re che non poteva seguire. Le due donne furono dunque giustiziate, e le favorite immediatamente inferiori per rango furono messe al comando dei due gruppi. Questa volta le donne obbedirono gli ordini senza indugio.

A questo punto Sunzi disse al re che le sue truppe erano pronte e ben istruite, e che avrebbero obbedito a qualsiasi suo ordine, invitandolo a passarle in rassegna. Ma il re lo congedò senza farlo e Sunzi allora commentò: “Il re ama le belle parole ma non sa metterle in pratica”.

Secondo il racconto di Sima Qian, questo episodio convinse il re Helu a prendere Sunzi al suo servizio.

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L’arte della guerra (Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法) non è un’opera letteraria, bensì un manuale militare contenente regole su come condurre una guerra vittoriosa nell’antica Cina.

In caso di guerra l’importante è vincere e vince solo chi sa pianificare in modo che quando si scende in campo si ottenga il massimo profitto nel minor tempo possibile, meglio se senza combattere o col minimo di perdite. La pianificazione deve avvenire in un contesto variabile, con pronte reazioni ai cambiamenti di situazione che portino a rapidi aggiustamenti dei piani e la disposizione tattica, anche applicando manovre irregolari ed imprevedibili ed avvalendosi di stratagemmi per dare al nemico informazioni sbagliate che lo inducano a valutazioni ingannevoli.

Da notare che ne emerge una visione ben poco “militarista” in senso stretto: se una guerra va iniziata solo quando si è sicuri di vincerla allora sarebbero rare le guerre intraprese (vincere il nemico senza bisogno di combattere, questo è il trionfo massimo).


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